Bollettino Marzo 2014
Nuovo Master&Back
Sono un ingegnere chimico di origine rumena, che ha conseguito la laurea in Ingegneria Chimica presso l’Università Babes-Bolyai Cluj-Napoca, Transilvania (Romania). Ho frequentato un master di 2° livello in Ingegneria dei processi avanzati e, durante questo periodo, mi è stata conferita una borsa di studio Erasmus Socrate presso l’Università degli Studi di Cagliari Dipartimento di Ingegneria Chimica e dei Materiali. Trascorrere un periodo della mia vita in Sardegna è stato sempre uno dei miei desideri fin da bambina.
Nel dicembre 2007 sono stata ammessa alla scuola di dottorato in Ingegneria Industriale presso l’Università di Cagliari e mi sono occupata di biotecnologie ambientali applicate all’inquinamento delle acque reflue. Durante il PhD ho beneficiato del programma Master&Back della Regione Sardegna che mi ha dato l’opportunità di trascorrere un periodo formativo di 8 mesi presso il dipartimento di Scienze Ingegneristiche nella prestigiosa Università di Oxford. In quel periodo di tirocinio ho approfondito le conoscenze di microbiologia e di bioingegneria. Nel 2013 visitando le vetrine dell’Agenzia Regionale del lavoro percorsi di rientro dei Master&Back ho notato la Fondazione IMC, un ente di ricerca sull’ambiente marino e lagunare che proponeva un assegno di ricerca nell’ambito delle biotecnologie ambientali. Ho deciso così di partecipare alla selezione, fortunatamente sono stata ammessa e ho ottenuto con grande gioia il finanziamento regionale per trascorrere due anni di Back all’IMC.
Attualmente, con grande entusiasmo, faccio parte del personale di ricerca dell’ Ente. Il mio progetto di lavoro è focalizzato sulla definizione dei protocolli e delle metodologie più idonee per la coltivazione di alcune specie di microalghe per applicazioni in campo ambientale e industriale. Questi due anni di permanenza nel centro di ricerca IMC mi daranno l’opportunità di crescere professionalmente e di contribuire con le mie competenze ai progetti della Fondazione IMC.
e-mail: a.chindris@imc-it.org
Formazione e Orientamento – Progetto TESSA
Presso i laboratori di biologia marina della Fondazione IMC, Federica Ferrigno ha svolto un percorso formativo nell’ambito del corso di formazione OTTIMA (progetto TESSA) Oceanografia operativa e Tecnologie Informatiche per la sicurezza Marittima (http://www.cmcc.it/ottima/), in collaborazione con il Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici e l’Istituto per l’Ambiente Marino Costiero – CNR di Napoli.
Lo stage ha riguardato tematiche inerenti l’identificazione di habitat e specie bentoniche di interesse conservazionistico e l’applicazione di indici ecologici per la valutazione della qualità delle acque e dello stato di conservazione delle biocenosi costiere di fondo duro comprese nell’habitat 1170 “Scogliere” nel SIC marino ITB040020 Isola dei Cavoli, Serpentara, Punta Molentis e Campulongu (Villasimius). Il lavoro è stato commissionato dall’Area Marina Protetta di Capo Carbonara che ha in carico la gestione del SIC.
Durante i mesi di permanenza all’IMC ha svolto le seguenti attività:
- georeferenziazione e analisi della distribuzione di comunità macroalgali;
- analisi d’immagine mediante l’uso di due software (Seascape e ImageJ);
- valutazione dell’abbondanza di specie di interesse conservazionistico;
- produzione di check-list di specie;
- produzione di materiale divulgativo.
Sui substrati rocciosi superficiali e in ambiente coralligeno le comunità dominate da macroalghe sono caratterizzate da una spiccata sensibilità alle variazioni ambientali, rispondendo in tempi relativamente brevi al disturbo di origine antropica e, pertanto, sono particolarmente adatte al controllo dello stato ecologico delle acque costiere ai sensi della Direttiva Europea sulle Acque (WFD, 2000/60/EC).
Per valutare lo stato ecologico del corpo idrico sono stati applicati due indici:
- In ambiente superficiale l’indice CARLIT (Cartography of littoral and upper-sublittoral benthic communities ), in ampio uso nel Mediterraneo per la valutazione della qualità ecologica dei corpi idrici costieri. Durante i rilevamenti sono state registrate la presenza e l’abbondanza delle comunità bentoniche, in termini di lunghezza di costa occupata, e le caratteristiche geomorfologiche dei tratti costieri indagati. A ciascuna comunità è attribuitoun valore di sensibilità al disturbo antropico.
- Sui substrati rocciosi più profondi dominati dalla biocenosi del “Coralligeno” è stato applicato l’indice ESCA (Ecological Status of Coralligenous Assemblages ). I rilevamenti sono stati effettuati, mediante fotografie subacquee. Successivamente le immagini sono state processate attraverso l’uso di software per analisi di immagine al fine di consentire una discriminazione tra specie presenti nella superficie fotografata. Inoltre per ciascuna stazione è stata riportata la valutazione di potenziali elementi di disturbo ed è stata stimata l’abbondanza di specie di interesse conservazionistico.
I risultati dell’indagine hanno dimostrato uno stato ecologico e caratteristiche omogenee del corpo idrico del SIC/ AMP Capo Carbonara e assenza di recenti variazioni della qualità delle acque. I popolamenti coralligeni sono risultati ben stratificati e diversificati e la qualità ecologica è risultata alta in tutta l’area dell’AMP. Il lavoro sulla valutazione della variabilità spazio-temporale delle comunità superficiali nell’AMP di Capo Carbonara, verrà presentato al 45° Congresso della Società Italiana di Biologia Marina che si terrà a Venezia dal 19 al 23 maggio 2014.
e-mail:fede.ferrigno@gmail.com
Tirocini di Formazione e Orientamento
Si è concluso nel mese di Novembre 2013 l’attività di tirocinio formativo Laurea Magistrale della studentessa Maria Letizia Vitelletti nell’ambito della convenzione tra la Fondazione IMC e la Facoltà di Biologia dell’Università degli Studi di Bologna—Polo di Ravenna.
La Dr.ssa Vitelletti ci racconta la sua esperienza.
Sono Maria Letizia, neolaureata in biologia marina presso l’Università di Bologna. Al fine di poter allargare il più possibile le mie conoscenze in ambito marino, a ottobre 2012 chiesi alla mia relatrice dell’Università dove avrei potuto fare la tesi di laurea fuori dall’ambito universitario. Mi rispose che conosceva un centro ad Oristano del quale aveva avuto una buona impressione. Non ci pensai due volte e accettai la sfida. Ho fatto un vero e proprio salto nel buio e, impaurita come poche volte, il 2 aprile 2013 atterrai all’aeroporto di Cagliari. La scelta si rivelò la più giusta. Alla Fondazione IMC ho potuto collaborare con uno staff di persone aperte, dinamiche e capaci, che mi hanno da subito integrata nelle loro attività: ho lavorato con passione ed entusiasmo perché desiderosa di imparare ove possibile. L’argomento portante della mia tesi magistrale faceva parte di un progetto regionale per la tutela, salvaguardia e ripopolamento della risorsa riccio di mare in Sardegna. Grazie a questo progetto sono convinta di aver ampliato le mie conoscenze in ambito istologico, di laboratorio e di campo: un valore aggiunto è stato fornito dal lavoro di squadra. Penso inoltre di essere cresciuta dal punto di vista professionale e che questa esperienza mi abbia preparata in parte ad affrontare le sfide del mondo della ricerca. Il futuro al momento non si prospetta roseo ma spero di poter dimostrare quanto imparato nei sette mesi trascorsi a Torregrande e, perché no, un giorno di poterci tornare come ricercatrice a tutti gli effetti.
Nell’ambito della Convenzione con il Consorzio UNO di Oristano, dall’autunno scorso, sono stati attivati i tirocini di 350 ore per gli studenti del Corso di Laurea in Biotecnologie Industriali dell’Università di Cagliari.
Noemi Fadda e Francesco Atzori hanno frequentato i laboratori dell’IMC per tre mesi, Noemi da ottobre a dicembre 2013 e Francesco da dicembre a marzo 2014. Entrambi si sono occupati di microalghe nell’ambito del progetto di ricerca “Studio sulla produzione di microalghe per l’applicazione in campo ambientale e industriale”. La tesi di laurea di Noemi è stata discussa nelle sessione di febbraio e quella di Francesco nella sessione di marzo, supportati entrambi dalla Prof.ssa Elena Tamburini dell’Università di Cagliari.
La responsabile scientifica Dr.ssa Maura Baroli in collaborazione con la ricercatrice Master&Back Dott.ssa Anuta Chindris, hanno guidato Noemi e Francesco durante il periodo di permanenza all’IMC.
IHECS di Bruxelles intervista l’IMC
Lo scorso gennaio, Jana Ntibazonkiza, dell’Università di Bruxelles (Belgio), ha visitato i laboratori del centro marino e ha intervistato i ricercatori per documentare le attività di ricerca in corso. Le interviste erano orientate alla raccolta di informazioni e immagini sul lavoro di ricerca in ambito marino costiero. Jana frequenta il secondo Bachelor della facoltà di comunicazione applicata “IHECS- Institut des Hautes Écoles de Communication Sociales”, Università di Bruxelles (www.ihecs.be ). Obiettivo del suo progetto di indagine era comprendere e inquadrare il mestiere del biologo marino in un centro di ricerca localizzato fuori dai centri urbani e dedicato alle indagini finalizzate alle tutela, salvaguardia e conservazione dell’ambiente e degli organismi animali e vegetali.
Nasce Chentuconcas: la rete dei comunicatori delle scienze
Unico esempio di rete di comunicatori della scienza in Italia, Chentuconcas – tante teste per la scienza, è nata con l’intento di mettere in comune le esperienze di enti, istituti di ricerca, musei e associazioni. che a vario titolo si impegnano nella comunicazione della scienza in Sardegna. Primo passo verso la sua costituzione è stata l’apertura di un hub , una piattaforma social per comunicatori della scienza, che ha offerto un primo ambiente virtuale di incontro e aggregazione, attraverso il quale costruire la Rete in maniera partecipativa. Attraverso l’hub è stato promosso il sondaggio per la scelta di un nome caratterizzante e la scelta è caduta su “Chentuconcas – tante teste per la scienza”, un nome che vuol essere ironicamente in antitesi con il concetto stesso di rete, a sottolineare che tante teste possono dare un forte contributo allo sviluppo della cultura scientifica. Il logo della Rete è stato identificato attraverso un concorso di idee lanciato da Sardegna Ricerche , l’ente regionale per la ricerca e l’innovazione che ha promosso la realizzazione di Chentuconcas. Lo scienziato stilizzato, dal viso sorridente sotto spessi occhiali diventato il marchio della rete è stato un’intuizione di Lorenzo Pinna, giovane creativo sardo che ha vinto il concorso di idee per il logo di Chentuconcas. Importante il ruolo ricoperto da Sissa Medialab di Trieste, che con la sua esperienza quasi decennale in comunicazione della scienza ha guidato i membri della rete nel processo di “autocostituzione”. Il 13 – 14 dicembre scorso si è concluso il primo Convegno della Rete sarda dei Comunicatori della Scienza. Nel corso dei due giorni i membri della Rete si sono conosciuti personalmente, hanno scambiato esperienze e idee e tracciato il percorso su cui indirizzare il network. Circa 70 persone, provenienti da realtà diverse come istituzioni pubbliche, centri di ricerca, associazioni, società e liberi professionisti, si sono ritrovate di comune accordo nell’individuare le principali necessità e questioni che la Rete deve affrontare in questa sua prima fase di formazione. Il lavoro, appena iniziato, ha già dato grandi risultati in termini di adesione, partecipazione ed entusiasmo. La volontà è quella di dare spazio di crescita alla Rete, attraverso la valorizzazione dei suoi membri e la progettazione di iniziative comuni che siano in grado di promuovere il patrimonio scientifico e tecnologico della Sardegna.
Nicoletta Zonchello CRS4
Cordinamento rete Chentuconcas per Sardegna Ricerche
e-mail: zonchello@sardegnaricerche.com